Perché scrivere un articolo su Bert Hellinger?
Sulla vita e sul lavoro di Bert Hellinger è stato scritto moltissimo ed io non ho mai amato concentrarmi troppo su singole persone per quanto straordinarie, in quanto credo che innamorarsi del genio di personaggi eccezionali del calibro di Bert Hellinger in molti casi, anziché ispirarci, possa allontanarci da noi stessi. Puntando l’attenzione sulla loro vita e sul loro genio professionale possiamo infatti confondere il messaggio che hanno desiderato portare nel mondo che non è mai incentrato su loro stessi.
Eppure desidero raccontarne cercando di concentrare l’attenzione non tanto sulla sua vita e sul metodo delle Costellazioni familiari di cui è considerato il padre indiscusso, quanto sulle sue modalità di indagine e di ricerca. In tal senso Bert Hellinger rimane un grande punto di riferimento per tutti noi.
Cenni sulla vita e sul lavoro di Bert Hellinger
Bert Hellinger nacque nel 1925 in Germania in una famiglia profondamente cattolica e forse per questo motivo rimase immune all’influenza del nazionalsocialismo, rifiutandosi di aderire alla gioventù hitleriana. Personalmente ritengo che all’origine di questo rifiuto possa esserci anche una personalità particolarmente sensibile e non incline all’obbedienza, una delle qualità dell’essere umano che io considero essere più evolute.
A 17 anni, già indagato dalla Gestapo, riuscì a sfuggire in quanto venne reclutato in guerra.
Tornato dalla guerra e dal campo di prigionia seguì la sua vocazione e prese i voti entrando in un ordine religioso che gli permise di sperimentare la contemplazione e il silenzio.
Leggendo i suoi testi e ascoltando i suoi discorsi si percepisce quanto la dimensione dell’Anima sia presente nella sua vita, nel suo modo di proporsi al mondo in maniera innovativa.
In seguito partì come missionario in Africa meridionale fra la popolazione degli Zulù e in questo periodo si radicò in lui la convinzione che il sacro è ovunque. I rituali zulù infatti, pur nelle profonde differenze rispetto alla messa cattolica, rendevano evidente l’esistenza di analogie profonde, laddove lo Spirito si manifesta in ogni luogo e in ogni cultura.
Alla fine degli anni ’60 tornò in Europa e si formò come psicoterapeuta, studiando Freud, interessandosi alla Gestalt, all’analisi transazionale e al lavoro di Ivan Boszormenyi-Nagy che fu fondamentale per la sua ricerca sulle fedeltà nascoste, ma anche allo psicodramma di Moreno e al lavoro di Virginia Satir.
Ognuno di questi autori permise a Bert Hellinger di procedere nel suo cammino di ricerca, senza mai affidarsi ciecamente alle scoperte altrui.
L’indagine fenomenologica
E proprio in questo risiede il suo genio: nella capacità e nella ferrea attenzione, più volte dichiarata, di non basarsi su ciò che si pensa o su ciò che si conosce, ma sull’osservazione dei fenomeni, su ciò che è e su come si manifesta.
Il suo è uno sguardo sempre attento rispetto ai fenomeni della vita e soltanto attraverso questa osservazione, secondo Hellinger, è possibile osservare i movimenti dello Spirito che, se accolti e compresi, tendono naturalmente all’armonia.
Io credo che il più grande insegnamento che Bert Hellinger ha veicolato in questo mondo sia proprio questo: non possiamo guarire e non possiamo insegnare niente, possiamo solo osservare ciò che c’è, commuoverci dinanzi alla grandezza della vita e offrire il nostro contributo affinché possano innescarsi i naturali movimenti dello Spirito verso l’armonia.
Hellinger in più di un’occasione dichiarò di non aver inventato le Costellazioni familiari, poiché esse esistevano già. Semplicemente erano giunte a lui.
Ma che cosa sono le Costellazioni familiari e in che cosa consistono?
Partendo dal metodo della terapia familiare sistemica di Virginia Satir, Hellinger si accorse che in caso di assenza di un membro della famiglia era possibile inserire un rappresentante, una persona esterna al nucleo familiare, che tuttavia poteva connettersi al sentire sia fisico che emozionale della persona rappresentata. Pertanto, sostituendo i membri di una famiglia con rappresentanti esterni ad essa, era possibile osservare dinamiche invisibili, riconducibili a leggi spirituali sistemiche, il cui rispetto creava armonia e la cui violazione induceva disarmonia e blocchi.
Nella rappresentazione di una costellazione familiare il corpo dei rappresentanti veicola un racconto invisibile, la mente infatti si quieta e si segue un movimento antico, che proviene dalle informazioni dell’Anima del sistema familiare. Un lavoro a tratti mistico, che permette che un’intelligenza superiore possa agire per ripristinare una naturale armonia spirituale, che poi può manifestarsi in un ritrovato benessere.
Ripristinare l’armonia grazie alla fiducia
La bellezza di una Costellazione familiare, a mio avviso, nasce dalla profonda fiducia che il facilitatore deve possedere nei confronti di questa intelligenza dello Spirito, dalla sua capacità di osservare con umiltà e rispetto ciò che si manifesta e accompagnare il naturale movimento verso l’armonia, verso l’amore.
Un movimento dell’Anima, molto più grande di noi, incredibilmente sacro e che ci ricorda che siamo piccoli dinanzi a forze immense, molto più sagge di noi.
Bert Hellinger dunque ha portato e divulgato non solo un grande metodo ma Consapevolezze immense, che non possiamo che custodire come un grande tesoro e continuare a portare nel mondo con quella stessa umiltà e con quello sguardo sempre attento non verso ciò che pensiamo di conoscere, ma verso ciò che si manifesta nel qui ed ora.
Ogni facilitatore oggi ha un grande compito: quello di osservare, di essere sempre presente al momento e disponibile a modificare le proprie opinioni e le proprie idee rispetto a ciò che dovrebbe essere.
Siamo tutti piccoli dinanzi alla grandezza della vita, non sappiamo nulla e non possiamo nulla se non ciò che ci è dato conoscere dall’osservazione diretta e da ciò che l’intelligenza dell’Universo sceglie di permetterci di scoprire.